Ad un certo punto della vita un genitore si ritrova a
convivere con una strana creatura che dorme nella cameretta del figlio, si
chiama come lui ma non assomiglia affatto a lui. Il genitore lo guarda e, invece
di trovare il dolce sorriso del suo bambino, ha davanti un adolescente
imbronciato!
Ma cos’è l’adolescenza?
Possiamo definirla come il tempo della metamorfosi; la
metamorfosi somatica riguarda il cambiamento ormonale e corporeo: l’adolescente
non si riconosce e può mettere in atto una serie di accorgimenti per camuffare
un corpo indesiderato attraverso il trucco, i piercing o i tatuaggi.
La metamorfosi della personalità ha a che fare con la
trasformazione dell’Io e delle relazioni familiari: i rapporti dentro casa
devono essere rinegoziati.
La metamorfosi sociale mette a confronto l’adolescente, non
più solo con l’ambiente familiare, ma con il gruppo dei pari: l’amicizia a
questa età ha lo scopo di facilitare la transizione dalla vita protetta
all’interno della famiglia a una vita indipendente nel mondo degli adulti.
L’identificazione con il gruppo dei pari costituisce un punto di riferimento
fondamentale per affrontare i momenti più critici della propria esperienza di
crescita.
Questo stravolgimento conduce il ragazzo nel profondo di una crisi d’identità, nella quale i punti di riferimento precedentemente noti e stabili, come i genitori, perdono la loro valenza e la loro funzionalità.
Tale crisi fa si che l’adolescenza sia anche il periodo
dell’insicurezza e della paura e di fronte a quest’ultima si attivano i meccanismi
di difesa di fuga e violenza. La fuga può manifestarsi con una reale fuga da
casa o come una fuga psicologica: la depressione come fuga all’interno di sé,
l’isolamento come fuga dagli altri. La violenza, invece, può essere messa in
atto attraverso gesti distruttivi verso gli altri, verso la famiglia o la
società, oppure contro se stessi con droga, alcol, disturbi alimentari, autolesionismo.
Bisogna sottolineare che l’insicurezza e la paura in adolescenza non sono un male o una psicopatologia, ma sono ingredienti fondamentali per la crescita: attraversando questa crisi profonda il ragazzo impara a conoscersi, a misurarsi e a confrontarsi con il mondo.
E quindi cosa possono
fare i genitori?
Anche per i genitori questo è un periodo ricco di cambiamenti:
devono imparare a tollerare l’ansia, la paura, l’incertezza e il senso di
inadeguatezza che essi provano davanti a un figlio che non riconoscono più. Il
gruppo dei pari viene percepito con apprensione, con la paura che possa
rappresentare una cattiva compagnia.
È importante ricordare che per l’adolescente il bisogno di
indipendenza e di separazione è tanto forte quanto l’esigenza di appartenere. La
sua paura di crescere è tanta e il suo bisogno più forte è sapere che non è
solo. La famiglia, quindi, deve cercare di raggiungere un equilibrio fra due
compiti opposti: da un lato promuovere e favorire la svincolo dell’adolescente
e dall’altro, quello di essere una base
sicura per il ragazzo, soprattutto nei momenti di difficoltà. I genitori devono
far capire al figlio che hanno fiducia in lui, che lo ritengono competente,
accettandone le opinioni e chiedendone il punto di vista nelle discussioni.
È facile per una famiglia entrare in crisi in questo periodo:
bisogna mettere in campo tutte le risorse necessarie per mantenere un
equilibrio e a volte può essere utile chiedere un aiuto esterno.
Dott.ssa Valentina Marocco
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