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mercoledì 1 agosto 2018

LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE


Quante volte ci capita di confidarci con qualcuno e di sentire di non essere veramente ascoltati? O di non capire come mai la persona che ci parla sembra che non sia intenzionata a seguire i nostri “ottimi” consigli? Oppure sentire da nostro figlio, partner, studente, collega, amico… “tu non mi capisci!!”?

C’è un motivo per cui succede tutto questo: le parole che decidiamo di usare hanno un grosso potere sull’altro. Scegliere una frase piuttosto che un’altra, può condizionare il messaggio che vogliamo mandare.
Thomas Gordon (1918 - 2002), psicologo clinico americano, ha messo in luce quelle frasi e quei comportamenti che generano allontanamento e chiusura nell’altro quando c’è un’iterazione tra persone, definendole “barriere della comunicazione”.

SCOPRIAMO INSIEME QUALI SONO LE BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE: 
1.    Ordinare, comandare, esigere

“Adesso devi…”
“Fai subito…”
Questo tipo di approccio è disfunzionale anche quando siamo di fronte a una reale gerarchia tra gli attori della comunicazione. Per esempio un capo ufficio che si rivolge così ai suoi dipendenti è certamente tollerato ma alla lunga viene disprezzato. Se, però, non esiste alcuna gerarchia conclamata tra le parti, allora ordinare, comandare ed esigere sono solo azioni aggressive utili solo a compromettere il rapporto.

2.    Minacciare
“È molto meglio se…”
“Se non farai così allora…”
La parte minacciata si chiude e pensa solo a come difendersi. Questo genera rabbia e desiderio di ribellarsi.

3.    Sgridare, rimproverare, fare la morale

“Dovresti imparare a…”
“Se mi avessi dato ascolto…”
 Questo tipo di frasi comunicano all’altro la mancanza di fiducia nelle loro capacità e creano sensi di colpa. 

4.    Offrire soluzioni già pronte

“Io al tuo posto avrei…”
“In questo caso la cosa migliore da fare è…”
Impediscono alla persona di riflettere sul suo problema, di considerare soluzioni alternative e di sperimentarle realmente. Possono provocare dipendenza o resistenza nell’altro.

5.    Persuadere con argomentazioni logiche

“Lascia stare le sensazioni, le variabili oggettive in questo caso sono…”
“Le cose stanno così…”
Sollecitano risposte difensive, di chiusura e non ascolto. Quando si affronta una discussione importante con qualcuno bisogna fare molta attenzione a non sminuire le sue emozioni riducendo tutto a formule matematiche.

6.    Criticare, insultare

“Non capisci niente…”
“Stai perdendo tempo…”
Possono far sentire l’altro incompetente, inferiore. La comunicazione può essere interrotta per evitare un giudizio negativo e si tenderà a nascondere i propri vissuti.

7.    Lusingare o fare complimenti eccessivi

“Sei l’unico che può aiutarmi…”
“Questa è l’idea più geniale che abbia mai sentito…”
“sei talmente intelligente che sicuramente…”
Magari inizialmente l'interlocutore proverà un discreto piacere nel sentirsi dire certe cose, a lungo andare potrebbe sentirsi manipolato.

8.    Stereotipare, ridicolizzare o umiliare

“Sei solo un ragazzino!”
“Sei la classica donna viziata!”
Sono svalutazioni, etichette che possono avere un effetto devastante sull’altro.

9.    Interpretare

“In realtà non vuoi dire questo…”
“sei solamente stanca…”
In questo modo si manifesta all’altro tutta la propria arroganza. Ci mostriamo più bravi di lui non solo a spiegare le cose, ma anche a entrare in sintonia con i suoi pensieri. Quando interpretiamo quello che viene detto stiamo comunicando un messaggio molto chiaro: io capisco i tuoi pensieri e tu no!

10.  Minimizzare

“Ma sì, vedrai che si sistema tutto…”
“La fai più grossa di quello che è…”
“Non ti preoccupare, non è nulla…”
Le emozioni sono soggettive e minimizzare quello che gli altri amplifica il loro dolore. 

11.  Mettere in dubbio, indagare

"Sei sicuro che sia andata proprio così?"
"Mi sembra impossibile che si sia comportata in quel modo…"
"Perché...? Come...? Quando...?"
Mettere in discussione ciò che l'altro sta raccontando è molto rischioso: può darsi che uno sfogo non sia molto attendibile ma proprio in quel momento è meglio evitare di contraddire chi sta aprendo il suo cuore. Inoltre fare troppe domande potrebbe portare l'altro a concentrarsi sulle risposte da dare per soddisfare la nostra curiosità, invece che sul suo problema.

12.  Cambiare argomento

“Vabbè ma possiamo parlarne un’altra volta…”
“Prima ti devo chiedere una cosa…”
Cambiare argomento è un diritto, ma dobbiamo essere molto chiari sul perché intendiamo farlo. Il rischio è che l’altro possa pensare che le sue difficoltà non siano importanti e decidere che non valga la pena aprirsi di nuovo.

Superare le paure

Anche se a volte è più difficile trovarlo, c'è sempre qualcosa di bello intorno a noi